Sono stati i fratelli Reverberi, Gian Franco e Gian Piero cresciuti alla Foce di Genova con la musica nel DNA, ad inventare quella che é universalmente conosciuta come la “Scuola genovese” dei cantautori.
In realtà non esiste un vero e proprio capostipite e il termine “scuola” suona quasi come un’impropria denominazione ma di certo la storia della canzone d’autore della nostra città é rappresentata da un gruppo di amici dal talento straordinario che iniziò quasi per gioco a scrivere musica, comporre canzoni nelle ore di libertà trascorse al Bar Igea in Via Cecchi, luogo di ritrovo per loro che abitavano quasi tutti nello stesso quartiere.

Da Umberto Bindi, raffinato artista che esordì al Lido e suonava magnificamente il pianoforte, a Luigi Tenco, arrivato da Ricaldone con la famiglia e che suonava il clarinetto nel soppalco dell’enoteca “Enos” gestita dalla famiglia, in Via Rimassa di Bruno Lauzi che abitava con i suoi al n. 51 di quella strada. Gino Paoli si unì al gruppo qualche tempo dopo, veniva da Pegli dove aveva trascorso l’adolescenza mentre Fabrizio De André, scendeva da Via Trieste e frequentava saltuariamente la compagnia.

In un primo tempo ci si riuniva in casa Reverberi, al n. 58 di C.so Torino, dai Tenco o dai Lauzi, poi dai Dègipo in Via Cecchi, proprio nello stabile dove abitava Riccardo Mannerini. Di tutti, gli unici a fare sul serio fin dall’inizio con la musica furono i Reverberi. Quando il maggiore dei due, Gianfranco, che faceva la spola tra Genova e Milano, conobbe Nanni Ricordi, che lo nominò direttore artistico della sua casa discografica, chiamò a sè gli amici di sempre, in primis Tenco, a seguire Gino, Fabrizio, Bruno mentre Umberto seguì un’altra strada.

la scuola genovese
New Trolls in concerto

Da quel momento, lasciata Genova per poi farvi ritorno ognuno in tempi diversi, é cominciata l’avventura dei nostri cantautori, percorsi artistici ed umani che hanno reso la nostra città una fucina di talenti unici al mondo.

A chi si chiede perché proprio a Genova sia accaduto tutto ciò, possiamo rispondere che la nostra città fu punto di arrivo della musica d’importazione, lecita e non, proveniente dagli Stati Uniti, dal Jazz allo Swing, seguita da quella francese di Brassens e Brel dai quali soprattutto De André e Paoli trassero ispirazione.



Testo di Laura Monferdini