Gino Paoli (Monfalcone 1934)

Il mare sta alla mia vita come i geranei sui balconi delle antiche case dei genovesi, da quello di Pegli dove approdai dalla nativa Monfalcone fino a Boccadasse dove in una soffitta dipingevo cieli azzurri e un soffitto dal colore viola che vidi per la prima volta in Vico dei Castagna, giornate in compagnia di una gatta di nome Ciacola, che aveva una macchia nera sul muso e non si adattò mai alla vita di città.


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Fu il nonno Gino a trasmettermi l'amore per la musica e io, poco incline agli studi presi a frequentare un certo gruppo di amici che abitavano nella zona della Foce, si chiamavano Luigi, Bruno, Umberto, Fabrizio, Giorgio, poi a noi si unì Piero l'Italiano. Casa Reverberi era in Corso Torino al n. 58, settimo piano senza ascensore, e là tra il salotto e la terrazza, quando suonavamo un pezzo, gli amici davano il via alle critiche di rito, poi tornavamo a sognare e ad immaginare il futuro.


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Era stramba la nostra vita di allora, si faceva tutto insieme, dal primo approccio con la musica, alle esibizioni nei locali alla moda; si condividevano gli amori difficili e le liti che si portarono appresso, ma la consapevolezza di voler "fare il mio mestiere" mi portò via da Genova, a Milano, da Nanni Ricordi dove ci chiamarono proprio Gianfranco e Gian Piero che si sentivano soli lassù ed avevano deciso che era ora di fare musica sul serio.


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Milano accese le luci della mia ribalta e dopo l'audizione alla Ricordi, l'incontro con Mina, Ornella, i successi senza tempo e senza fine che ancora oggi vi parlano di me seguirono anche le difficoltà che mi portarono a compiere un gesto disperato e che pensai risolutivo, perché le cose cruciali della vita come l'amore, e la morte non si scelgono. Ma il destino cambiò il corso degli eventi e tornai a scrivere, a raccontare di una lunga storia d'amore, per la musica, per la mia Genova che non é più azzurra come nei sogni di un marinaio che vi fa ritorno e complice la fortuna, mia compagna di sempre, dallo sguardo che rivolgevo ogni giorno distrattamente al mare da una soffitta a ridosso degli scogli, dove mi arrivava quel "sapore di sale" che vi ho fatto conoscere ed amare, è nata una poesia.



Testo di Laura Monferdini